IL GIGANTE E' CADUTO


Poco tempo fa su uno di quei pochi canali che ancora si salvano nella TV italiana, parlo di Sky ovviamente dato che quella che adesso viene chiamata "digitale" personalmente non la considero neppure televisione, ho visto un documentario che raccontava il mondo del Sumo. Già, proprio dello sport giapponese.
Direte voi...cosa ci sarà da sapere di interessante di uno sport in cui due omoni si spingono fuori da un cerchio disegnato per terra?!
Ebbene ho scoperto prima di tutto che questi "giganti" in Giappone sono venerati quasi come fossero degli dei proprio come qui vengono "venerati" i divi del cinema, del calcio o della televisione.
Questi campioni sono quindi ricchi e famosi e vengono presi a modello dalla società, uno di loro ad esempio si chiama Asashoryu, è considerato il terzo lottatore più grande di sempre ed è di origine Mongola, caratteristica che, come spiegava nell'intervista, gli ha creato a volte problemi e altre volte gioie.
Questo lottatore ha sempre ammesso di avere un carattere difficile, di amare le donne, la vita notturna nei club, ecc...
Perché scrivo di lui oggi? Perché ho letto su Repubblica.it che si è ritirato dal Sumo a soli 29 anni a seguito di una rissa con un dipendente di un night club.
Forse questo dovrebbe farci riflettere sulla situazione dello sport italiano, avete mai visto un giocatore di calcio che si ritira per aver fatto un gesto razzista? O per aver scatenato una rissa in campo?
Anche dal Sumo abbiamo qualcosa da imparare...


Galleria fotografica di Repubblica su Asashoryu

INTERNET FOR PEACE

Grazie a Wired Italia e a Shirin Ebadi Internet è stato candidato al Premio Nobel per la Pace 2010.
Mi rendo conto che dato che il premio di Oslo è stato dato anche a Barack Obama, Yasser Arafat e altri personaggi che hanno (e stanno) contribuendo in modo alquanto dubbio alla costruzione della pace nel mondo può essere considerato come un premio più di forma che di sostanza. Tuttavia mi farebbe molto piacere che Internet rievesse questo riconoscimento.

La copertina di Wired Italia di Dicembre 2009

Le critiche di coloro che non sono d'accordo con la decisione di candidare Internet al Nobel riguardano il fatto che Internet è un mezzo di comunicazione e come tale non ha una coscienza che gli permetta di prendere decisioni in favore della pace o meno.
Io dico invece che finalmente sarebbe appunto un riconoscimento della potenza dei mezzi di comunicazione e dell'importanza di avere un mezzo che, in casi come quello della recente rivoluzione dei giovani iraniani permettano a chi lotta per la pace di diffondere le notizie e di rendere partecipe il mondo.
Per dirla come Riccardo Luna, direttore di Wired Italia e promotore dell'iniziativa: Internet può essere considerata la prima arma di costruzione di massa".

Per info: internetforpeace.org

FRED, CHE BELLA (ri)SCOPERTA!



«Fred Buscaglione, popolare cantante di musica leggera è morto stamani a Roma, in un pauroso incidente stradale alle sei e venti, all'incrocio di via Rossini con via Paisiello»

Con questa notizia del radiocorriere di 50 anni fa, il 3 febbraio del 1960, gli italiani apprendevano che Ferdinando Buscaglione detto "Fred" era morto in un incidente stradale a bordo della sua Thunderbird dopo una notte passata tra sale da ballo e night.
Devo ammettere di non essermi mai interessato a lui o alla sua musica ma oggi, dopo aver sentito su RadioPop un servizio proprio sui 50 anni dalla sua morte ho ascoltato qualche canzone, risultato?
Ho scoperto che è un peccato che "Fred" sia stato in qualche modo dimenticato dai giovani dato che le sue canzoni sono decisamente divertenti!
Per fortuna c'è qualcuno che ancora lo ricorda nelle proprie canzoni, chissà però quanti di noi pensano a lui quando guardano Roy Paci o Tonino Carotone..quasi nessuno immagino!

Come sempre per quanto mi riguarda, almeno nella musica, il passato superà il presente!

SESSO, DROGA E ROCK'N'ROLL

Oggi sembrano tutti pronti a non astenersi dal commentare e giudicare una notizia fresca fresca di cui ormai avrete già sentito parlare in tutte le salse.
Morgan racconta, in un'intervista a Max, di fare uso di cocaina e scoppia lo scandalo. Il mondo politico si sconcerta a tal punto da chiedere l'eliminazione dell'artista da Sanremo, a due settimane dall'inizio del festival. Parole dure piovono da tutte le parti. Gasparri chiede alla Rai di licenziarlo e il Codacons chiede alla Procura di Roma di verificare se le dichiarazioni di Morgan possano configurare o meno eventuali fattispecie di reato.
Non giustifico Morgan nè l'uso in generale di queste sostanze ma sinceramente che un uomo di spettacolo, eccentrico e stravagante come lui faccia uso di droga non mi stupisce più di tanto, la cosa che mi stupisce è che più del 30% dei politici, tra i quali ci sarà qualcuno che di fronte alle parole del cantante si è indignato, faccia uso di cocaina o cannabis. E nessuno ha chiesto le loro dimissioni.
Cos'è più grave, che un uomo di spettacolo ammetta di fumare crack come rimedio per la depressione o che chi decide le leggi che regolano la nostra vita, tra le quali quelle che inaspriscono le leggi sull'uso di stupefacenti, si sentano al di sopra delle stesse facendo ricorso a un mercato illegale e clandestino?

Ma come al solito in Italia le cose vanno al contrario...

RETHINK: un "tutorial" artistico per il pensiero creativo



Ecco un video molto interessante in cui mi sono imbattuto.
E' un filmato che mostra come trarre il massimo dalle proprie idee e che passaggi seguire nel processo creativo.
Il video è stato realizzato da alcuni studenti del Langara College, un college di Vancouver in Canada, e se è arrivata fin qui vuol dire che questi ragazzi sono stati proprio bravi: concetti chiari, ottima esecuzione e musica accattivante, anch'essa prodotta da una studentessa dello stesso college come si spiega in un commento su YouTube.
Insomma guardate questo filmato, vi garantisco che è un minuto speso bene, che può aiutarci a pensare in modo diverso almeno quando si tratta di progettare qualcosa.

fonte: adsoftheworld.com

UN NOBEL PER L'AFRICA IN PIEDI

Girovagando tra le cose più o meno interessanti che si trovano in rete, mi sono imbattuta in un'iniziativa davvero significativa: un appello promosso dal CIPSI, un coordinamento composto da 42 ONG e associazioni che operano nella cooperazione internazionale, per l'attribuzione del Premio Nobel per la Pace per il 2011 alle donne africane.
Come si legge nell'appello "le donne sono la spina dorsale che tiene in piedi l'Africa", non solo perchè sono loro che ogni giorno percorrono decine di chilometri a piedi verso i pozzi per portare l'acqua alla famiglia, e verso i mercati dove vendono quel poco che riescono per nutrire i propri figli o i bambini rimasti orfani che moltissime volte vengono accolti proprio dalle donne africane, ma anche perchè sono le donne che portano avanti il Paese, dalla produzione agricola e di beni di consumo alla loro commercializzazione. "Senza l’oggi delle donne non ci sarebbe nessun domani per l'Africa".
Una campagna internazionale per far ricordare al mondo intero l'importanza di queste donne, perchè sia formalmente e ufficialmente riconosciuta.
Naturalmente non ho potuto fare a meno di aderire, con la speranza, forse un po' utopica, di veder vincere questo premio carico di un significato così profondo non a una persona, ma a milioni di donne che senza troppe luci puntate tengono in piedi un pezzo di mondo.

Per firmare l'appello e aderire all'iniziativa visita il sito.

DALLE ARMI ALLA MUSICA

“Muovere le persone dalle pistole alla musica”. E' quello in cui crede e spera un emittente televisiva afghana, la Tolo TV, che trasmette Afghan Star, una sorta di X-Factor all'afgana seguita da un terzo della popolazione del Paese. I partecipanti sono meno patinati dei nostri e la giuria, composta da 2000 persone tra cui 3 donne, non litiga e critica per la maggior parte del tempo, ma e
sprimono la loro preferenza tramite un voto con il cellulare. Per alcuni di loro questa è la prima vera espressione di democrazia: un uomo o una donna equivale a un voto, senza distinzioni di genere, di età e di etnia.

Ma in un paese tormentato come l'Afghanistan, anche la musica è controversa.

Considerata sacrilega dai Mujaheddin e bandita dai taliban fino al 2001 (era persino vietato cantare in pubblico), la musica è diventata il simbolo della libertà per i giovani.

Da questo programma è nato un documentario, che segue le vicende tormentose di quattro partecipanti la cui strada prende una piega pericolosa dopo che Setara, una giovane ragazza di Herat si toglie il velo e balla durante la sua esibizione. Ora vive costantemente nascosta e teme per la sua vita e per il futuro del programma.


Al Sundance 2009, ha vinto il Premio per il Miglior Documentarista al Mondo ed il Premio del Pubblico al Miglior Documentario al Mondo.
A ottobre è stato candidato agli Oscar 2010 nella categoria Miglior Film in Lingua Straniera come documentario inglese.

La musica può insegnare la democrazia?


Per saperne di più: sito - trailer